Giuliano Giorgetti: “La mission della sport industry è creare un’esperienza personalizzata”

Giuliano Giorgetti, Media Content Director di Inter Media House

Siamo con Giuliano Giorgetti, Media Content Director di Inter Media House. Seguiamo con grande attenzione le attività della società nerazzurra e gli abbiamo chiesto, quindi, quest’intervista per parlarci del proprio lavoro e della sua visione sulle evoluzioni della Sport Industry, soprattutto in funzione delle nuove strategie di fan engagement e delle future prospettive legate a pubblicità, sponsorizzazioni e monetizzazione.

Salve Giuliano, prima di tutto grazie per aver accettato di rilasciarci questa intervista. Nello scenario attuale, che evidenzia lo SportTech come nuova tendenza, nasce Sport Thinking, il Brand Magazine di IQUII Sport che ha l’obiettivo di rappresentare, attraverso una nuova vision, un punto di osservazione ed approfondimento sull’innovazione in ambito Sport Business, sul cambiamento in atto e sulle nuove dinamiche del settore. Lei è un professionista dello Sport Marketing, qual è stato il suo percorso personale?

“Grazie a voi dell’intervista, per me è sempre un piacere condividere le mie esperienze.  Per quanto riguarda il mio percorso professionale, ho iniziato nel 2000 all’interno della direzione commerciale del Milan. Lì ho potuto sviluppare diversi progetti di marketing e comunicazione, conoscendo da vicino le dinamiche di cambiamento che il digitale ha portato nella nostra industry: dal crm all’e-commerce lanciato nel 2001, dall’apertura dei canali social (YouTube il primo nel 2007 e Facebook nel 2009) allo sviluppo dell’ecosistema owned di sito e applicazione.

Un anno fa mi sono spostato all’Inter dove, grazie alla completa disponibilità da parte della società nerazzurra, abbiamo sviluppato la Media House: un progetto di contaminazione tra TV e digital.”

Il suo attuale ruolo, nell’Inter Media House, è quello di Media Content Director. Come si sviluppa il suo lavoro, quali sono le principali attività che coordina, e come si evolve il modello di comunicazione e marketing di una società sportiva di altissimo livello come la vostra?

“L’Inter Media House agisce con l’obiettivo di far crescere la propria fanbase e, soprattutto, l’engagement generato. Le relazioni sviluppate con i nostri utenti costituiscono un vantaggio competitivo che mettiamo a disposizione di chi vuole collaborare con noi.

In questa direzione, l’Inter Media House rappresenta qualcosa di importante su cui costruire il nostro futuro e le nostre attività. È un progetto che richiede tempo e certezze e nasce per saper rispondere e guidare il cambiamento. Abbiamo voluto fortemente tutto questo e fortunatamente l’Inter aveva già un terreno fertile su cui costruire qualcosa di importante.

La Media House è un’area trasversale che tocca tante unit della nostra organizzazione.”

Il panorama sta cambiando, siamo testimoni di un cambiamento. CRM, membership loyalty. I dati sono al centro dell’interesse e delle strategie delle aziende per generare nuove possibilità di advertising, sponsorship e monetization. E, per arrivare ai dati, è necessario generare una continua esigenza di contatto coi supporter: il tempo è il campo sul quale si gioca la partita di un business in cui si punta a vincere l’attenzione del pubblico. Le aziende, quindi, in primis quelle sportive, si stanno trasformando in vere e proprie media company, organizzandosi come evolute redazioni per generare contenuti da diffondere sfruttando le nuove tecnologie. Cosa ne pensa? In che modo state lavorando, in tal senso? Quali sono gli strumenti su cui avete puntato con Inter Media House? Come è strutturata e quali sono le figure professionali che la compongono?

“Le società di calcio si stanno trasformando in moderne aziende di intrattenimento. In questo processo di cambiamento, la capacità di creare contenuti ingaggianti diventa un fattore competitivo e strategico in un mercato in cui il contenuto più rilevante conquista il tempo delle persone.

In questo panorama, in continua evoluzione, ci vogliono figure professionali che sappiano interpretare e implementare le nuove tecnologie, figure capaci di raccontare storie, non solo legate al campo di calcio, ma in grado di attirare attenzione e stimolare l’engagement. È importante avere anche figure analitiche che sappiano interpretare i dati per dare stimoli a migliorare i nostri prodotti in un continuo processo di tensione evolutiva.”

I social media giocano un ruolo sempre più importante e rappresentano degli asset strategici fondamentali, tra i quali rientrano sempre più le fanbase degli stessi atleti. Questi ultimi stanno diventando veri e propri sport influencer, media a propria volta, che integrano ed amplificano la portata di diffusione delle società e le opzioni di visibilità da monetizzare. Cosa ne pensa? Quali sono le vostre strategie di fan engagement e in che modo coinvolgete i calciatori?

“Tutto vero, i calciatori sono i nostri principali influencer. Essi rappresentano un’opportunità per veicolare i nostri contenuti. Bisogna però stare attenti, infatti tra la società e i giocatori c’è un costante dialogo per disciplinare l’uso che viene fatto dei social media.

L’Inter ha fatto molti passi in avanti e, nonostante le difficoltà presentate dalla gestione dei diritti d’immagine, i calciatori rappresentano quest’oggi un asset molto importante.”

Brand Journalism e Brand Entertainment, ma anche nuove e più immersive Brand Experience, grazie a Internet Of Things, Virtual Reality, Mixed Reality, sensoristica e intelligenza artificiale. Con un grande lavoro da fare in funzione della nuova concezione di Arena Digitale. A che punto siamo, a suo modo di vedere, e in che direzione si sta andando? In che modo state lavorando, in funzione di queste possibilità?

“Internet of Things, Virtual Reality, Mixed Reality, sensoristica e intelligenza artificiale sono tutte tecnologie interessanti che però devono trovare ancora un loro posizionamento.

Noi le stiamo testando su più fronti con l’obiettivo di massimizzare l’esperienza dell’utente, che esso sia allo stadio o a casa, in Italia o oltreoceano. Sicuramente si tratta di tecnologie che possono essere utilizzate anche per migliorare le performance sportive, non solo in campo di media engagement.”

Dall’unione delle dinamiche di marketing 4.0 e industry 4.0 nasce il nuovo concetto di sport 4.0. Il cliente/fan al centro della strategia, con la tecnologia ad abilitare nuovi comportamenti e nuove possibilità di business. Per arrivare alla pubblicità individuale, come detto, attraverso i dati. Da monetizzare, poi, in modo diretto, ma anche indiretto, attraverso la cessione agli sponsor. Condivide questa ‘vision’?

“La nostra mission è quella di andare verso un processo di esperienza personalizzata, creare contenuti per target mirati. In questo nuovo funnel si possono innescare attività per i nostri sponsor, che abbiano la possibilità di trarre, dall’Inter, la forza di un brand passionale e la relazione che il club genera con l’utente. Su questa posizione l’industria del calcio deve costruire la sua forza.”

Ringraziamo Giuliano Giorgetti per il suo prezioso contributo. Continueremo a seguirlo sui social network e a monitorare le attività dell’Inter sui canali ufficiali nerazzurri.

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