Diritti TV nel calcio, OTT e quella generazione che non guarda più le partite fino alla fine

Diritti TV

Nonostante nello sport business viviamo già una realtà tecnologica che permea ogni dinamica del settore, sicuramente la TV riesce a mantenere un ruolo sociale e culturale non sostituibile. Il calcio in televisione è sempre stato un must per il tifoso e l’epoca moderna ci ha posto davanti al grande affaire dei diritti TV.

**Aggiornato al 31 marzo 2021**

DAZN contro SKY: chi si aggiudicherà i diritti TV per il triennio 2021/24?

Nella estenuante lotta interna dei club di Serie A, che da più di un mese discutono, anche con toni molto accesi, sull’assegnazione dei Diritti TV a DAZN o a Sky, c’è una terra di mezzo che andrebbe approfondita. Intanto le due cordate hanno una visione e una struttura molto diversa tra loro (tra le favorevoli a DAZN ci sono quelle squadre con una propria media house, forse non interessate a far parte di un progetto comune di distribuzione di contenuti in stile NBA). Serve un quorum di 14 voti ma per ora solo 11 club si sono espressi favorevoli all’offerta di DAZN di 840 milioni di euro, in partnership con TIM (accordo velato fino all’inizio di marzo) che andrebbe a coprire il 40% dell’investimento in caso di assegnazione dei diritti alla piattaforma di streaming lanciata nel Regno Unito nel 2015: Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli, Verona, Milan, Udinese, Cagliari e Parma.

Da una parte le 11 favorevoli all’offerta di DAZN + TIM e dall’altra le 9 astenute (Roma, Bologna, Torino, Crotone, Genoa, Sampdoria, Sassuolo, Benevento e Spezia) che sarebbero disposte a valutare l’offerta di Sky (di 100 milioni di euro più bassa) che lascerebbe spazio alla non esclusività dei diritti (che DAZN rivendica e che SKY lascia parzialmente libera) al fine di valutare la creazione di una media house di Lega che consentirebbe di testare in diretta l’evoluzione dell’OTT e coinvolgere un pubblico sostanzialmente diverso e in evoluzione.

Dobbiamo poi considerare che l’offerta di Sky è quella caldeggiata dall’Adiconsum che è entrata a gamba tesa sulla querelle ricordando di “rappresentare la volontà di tutti i consumatori e non soltanto di quelli “tecnologicamente avanzati”. Per farla breve, la scelta di SKY, consentirebbe anche al signor Mario, che ha solo la TV e non è digitalizzato, di guardare le partite della squadra del cuore o ancora lasciare spazio anche alla rete di bar, pizzerie, ristoranti che offrono il servizio in DDT (Digital Terrestrial Television). Accettare l’offerta di SKY si pone come una scelta di mezzo ma pur sempre fruibile da un maggior numero di utenti, con il grande vantaggio di poter studiare e pianificare un’evoluzione nel triennio di nuove tecnologie legate alla diffusione tramite la creazione di uno spazio media a marchio Lega Calcio Serie A, che parcelizzerebbe i diritti e inizierebbe a guardare oltre la cifra in incoming del broadcaster, gettando le basi per nuovi sistemi di revenue e nuovi contenuti esclusivi indirizzati ai fan del futuro. Per colmare questo gap tecnologico sarebbe già pronta l’offerta della cordata dei fondi di private equity Cvc, Advent e Fsi per la creazione della media company dei diritti TV della Serie A che al momento risulta congelata fino alla soluzione dell’impasse a tinte forti che si sta protraendo da troppo tempo in Lega.

Calcio, diritti TV e la nuova generazione dei tifosi digitali

Una particolare considerazione va fatta quindi in merito alla nuova fascia di utenti dei contenuti “sport”.
I ragazzi tra i 16 e i 24 anni, secondo tre studi (McKinsey, Eca e Nielsen):

non hanno interesse al calcio (27%)
 usano i social mentre guardano una partita per curiosità sulla squadra del cuore o sul calciatore preferito (58%)
 vorrebbero usare direttamente i social per vedere la partita (58%)

Il loro interesse è commentare insieme agli altri tifosi e sentirsi parte attiva del gioco. Immaginate poi che il 32% di questa fascia d’età, segue il calcio per un giocatore specifico e guarda (non sempre per tutti i 90 minuti) solo i big match.

Lo spaccato di questa fascia di utenti è da tenere in considerazione nel momento in cui si andranno a chiudere accordi che dureranno un triennio: un lasso di tempo durante il quale non solo questa generazione crescerà ma detterà le leggi di mercato e indirizzerà anche l’evoluzione tecnologica delle piattaforme.

A questo si aggiungono poi le perplessità sollevate nell’ultima riunione dell’11 marzo dalle 9 astenute che hanno firmato una lettera e posto l’accento sulla necessità di approfondire sulla “capacità di DAZN/Tim di coprire tutto il territorio nazionale”. Dalle ultime indiscrezioni DAZN sarebbe già in trattativa con Persidera, secondo il Sole24Ore di oggi (12 marzo 2021) per acquistare frequenze e assicurarsi così una copertura sul digitale terrestre televisivo e ovviare al problema della più ampia fruibilità del contenuto.

Soluzioni e visioni sulla fruibilità del calcio del futuro

Quello che si dovrebbe evitare è l’immobilismo a oltranza: ostinarsi a percorrere strade conosciute o più sicure o economicamente (apparentemente) più vantaggiose, senza considerare che sia possibile immaginare nuove soluzioni. Lo sport cambia assieme ai suoi fan e assieme alle tecnologie. I diritti in esclusiva non hanno più ragione di essere contrattualizzati perché viviamo in un presente troppo fluido, che cambia con una velocità sorprendente e dobbiamo evitare di legare un lasso di tempo troppo lungo a una tecnologia che potrebbe divenire obsoleta in 6 mesi.

La soluzione? Scorporare i diritti, frammentarli e aprirli a nuove opportunità perché oggi, con il tifoso sempre più concentrato sul digitale e sul mobile, vale la pena immaginare soluzioni che rispettino le tecnologie del passato ma che consentano una porta aperta verso revenue legate alla sport digital transformation del prossimo futuro.

**Aggiornamento del 31 marzo 2021**

Dopo estenuanti trattative e colpi di scena, finalmente il 26 marzo la riunione di Lega Calcio Serie A ha ottenuto il quorum per superare lo stallo che ha portato avanti la querelle per tante settimane.

La votazione è stata favorevole al pacchetto DAZN che di fatto, dopo 18 anni di dominio SKY, segna un passo rivoluzionario nella storia dei diritti televisivi della Serie A. Contemporaneamente si è raggiunto anche l’accordo per il pacchetto destinato agli Stati Uniti dove le partite verranno trasmesse da CBS Sports attraverso il servizio streaming Paramount+. L’accordo raggiunto è quello di 55 milioni a stagione per il triennio con un incremento percentuale che farebbe raggiungere la cifra totale di 180 milioni di euro nelle tre stagioni.

In Italia la decisione è stata accolta non senza perplessità, soprattutto in merito alla copertura, all’inclusività dei servizi e alle infrastrutture tecnologico/digitali sulle quali si appoggerebbe il servizio di DAZN.

Resta l’assegnazione del pacchetto 2 che non è andato a buon fine per Sky, visto che la Lega ha rifiutato l’offerta di 85,5 milioni di euro, rimettendo all’asta il pacchetto delle tre gare. Ora rientrerebbero in gioco anche Mediaset e Amazon.

Non resta che attendere, mentre i 4 club contrari, Genoa, Crotone, Sampdoria e Sassuolo, parlano di ricorso. La strada per un accordo che accontenti tutti e non lasci sorprese dietro le cifre più volte esplicitate durante queste settimane, è ancora piena di sorprese e colpi di scena. La cosa certa è che è finito il tempo delle parabole e la strada verso l’OTT anche nello sport è sempre più chiara davanti a noi.

 

 

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