Ieri, domenica 19 aprile, abbiamo assistito a un altro grande intervento sportivo a #IntervalloLungo: l’ospite di Fabio Lalli è stato Giuliano Giorgetti, un professionista del settore con esperienze al Milan, nella Media House dell’Inter, presso Eleven Sports e attualmente Head of Digital Content della FIFA, il massimo organismo internazionale per lo sviluppo e la promozione del football su scala globale.Contenuto: questa la parola chiave attorno alla quale è ruotato il confronto, utile a ragionare sugli scenari attuali e futuri del mondo dello sport e del calcio più in particolare. Durante il “primo tempo” (ovvero, il mondo prima della diffusione del Covid-19) il digitale ha disegnato e costruito nuovi scenari per nutrire la relazione tra fan e brand, insegnandoci a reinterpretare e riadattare costantemente la realtà e l’esperienza da proporre al consumatore sportivo, non facilmente definibile e clusterizzabile come si potrebbe invece fare in altri tipi di industrie.
Ed è proprio questa la sfida a cui siamo chiamati oggi: reinterpretare e riadattare il nostro lavoro alla luce della pandemia che ci ha colpiti tutti, senza distinzioni, cercando di coinvolgere, anche in assenza di eventi live e dei relativi contenuti, un tifoso che va quanto più possibile coltivato e tenuto vicino al brand.
Come espresso dalle parole di Giorgetti, “sopravvive chi ha pensiero creativo e chi possiede le giuste infrastrutture”, intese come capacità di attingere ad archivi di contenuti e ai relativi diritti, così come la capacità di analisi, con i giusti strumenti, per comprendere quale contenuto veicolare, e a quale audience. In tal senso, la conoscenza del dato (“il nuovo petrolio”, come espresso da Fabio Lalli in più occasioni) e l’efficace strutturazione dei sistemi di CRM giocano un ruolo di rilevanza assoluta nella moderna Sport Industry, e assumeranno un profilo ancora più determinante nel “secondo tempo” che dovremo affrontare.
Essere creativi, infatti, non è sufficiente se la strategia digitale non è supportata dal dato e dalla valorizzazione di quest’ultimo, in un modello di business in grado di dar luce alle strategie che effettivamente apportano valore ad aziende, società sportive e club.
Creatività e analisi, dunque. Sono questi gli elementi su cui si deve basare il data driven content management, gli ingredienti giusti da cui ripartire per coinvolgere il tifoso, senza rinunciare ad una giusta dose di coraggio nella sperimentazione, per innovare e trovare nuove soluzioni. Come ci ripete più volte Giorgetti, del resto, “chi non rischia, non beve champagne”.
Clicca qui per rivivere e apprezzare integralmente l’intervento dell’Head of Digital Content della FIFA: sul sito di #IntervalloLungo troverai anche gli altri confronti e i preziosi spunti e testimonianze dei top player delle varie industrie, tutti con un obiettivo comune: fare bene domani.
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