Quando il calcio si è fermato, ma soprattutto quando si è avuta la consapevolezza che lo stop sarebbe durato a lungo, hanno tremato tutte le grandi realtà sportive europee. Il grande impatto economico, che la bufera Covid-19 avrebbe generato sulle grandi leghe di tutta Europa, ha subito iniziato a preoccupare i club e i partner coinvolti. Poi, le ragioni del business, hanno lasciato spazio alla parte sociale, umana, che dietro all’emergenza sanitaria ha investito non solo le squadre e i club come entità legate alla microsfera economica, ma i calciatori in quanto uomini.Ora, lentamente e con le dovute accortezze, i maggiori campionati europei stanno tornando in campo per completare il percorso iniziato con la stagione 2019/2020, anche se non tutti i paesi hanno aderito al recupero di una “nuova normalità” sportiva e alcuni hanno sospeso definitivamente i campionati.
Se domani, 11 giugno, sarà il turno de LaLiga, che riparte con il Derby di Siviglia, dopo sei giorni torneranno a brillare le stelle della Premier League, e infine il calcio italiano con la ripartenza della Serie A prevista per sabato 20 giugno. Francia e Olanda, invece, hanno optato per una conclusione anticipata delle competizioni.
Questa diversità di approccio rispetto alla ripartenza degli eventi sportivi, mette a confronto punti di vista differenti. Nel recente webinar “Club Football: The New Normal” organizzato da Soccerex e Sport Integrity Global Alliance lo scorso 3 giugno, sono emersi i pareri di Umberto Gandini, presidente Legabasket Serie A e già AD della AS Roma, favorevole ad un pronto ritorno in campo, di Dave Richards, ex Presidente Premier League, che ha ribadito come sia necessario considerare anche la situazione finanziaria del calcio, che in Inghilterra – come in molti altri paesi – è lo sport nazionale. Infine, secondo Ashley Brown, Head of Governance & Club Liaison, Football Supporters Association:
“oggi è fondamentale pensare non solamente ai top club ma anche a tutta la piramide del football.”
Le valutazioni di tutti e tre i personaggi legati al mondo del calcio internazionale, hanno fatto emergere una profonda urgenza di ripresa a tutti i livelli, non solo nelle grandi leghe europee. Il calcio è diventato un segmento che sviluppa un business laterale, in grado di occupare il 3° posto in Italia come apporto al PIL, ed il 4° posto a livello globale, così come testimoniato anche da Ernesto Paolillo, Founder del Financial Fair Play, nella recente intervista a Intervallo Lungo.
La considerazione se sia corretto ripartire, se tornare in campo senza il pubblico non sia una sconfitta non solo economica ma sociale, ha spinto le società a sviluppare soluzioni che hanno portato alla scoperta che l’isolamento dagli eventi sportivi ha, di fatto, generato altre opportunità, sia per i partner che per i club, soprattutto in ambiti legati al digitale. La Bundesliga è stata la lega che, in totale trasparenza, ha tracciato il cammino delle nuove regole, dei protocolli sanitari e sociali e delle sperimentazioni che renderanno il pubblico partecipe, seppur in maniera nuova, totalmente diversa rispetto al passato.
L’esperienza del tifoso nello stadio cambierà. Probabilmente si scopriranno nuovi modi per ingaggiare il fan e potranno essere legati al digitale, come la sperimentazione nell’utilizzare Zoom come “back-end” dei nuovi spalti digitali, o a recuperare vecchie abitudini del passato, come il drive-in sportivo con nuove dinamiche di ticketing.
Questi saranno i temi che affronteremo nelle prossime settimane, certi che il ritorno in campo dello sport giocato ci regalerà opportunità creative di sviluppare soluzioni innovative per restare accanto ai fan e alla loro nuova normalità acquisita dopo il lockdown.
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