Si è parlato di futuro, un futuro da riprogettare partendo da una nuova consapevolezza, ovvero, quella di rendere questa immensa crisi che ci ha colpito un’opportunità per riflettere, crescere e costruire soluzioni efficaci e intelligenti, per una ripartenza contraddistinta dal successo comune.
Le infrastrutture da sempre ricoprono un ruolo primario nell’esperienza sportiva, avendo assunto, nel corso degli anni, un’importanza strategica ancor più rilevante per soddisfare i nuovi e crescenti bisogni del tifoso, le necessità di revenue delle organizzazioni e gli interessi sociali del territorio. Tanto si è parlato di Smart Arena, strutture intelligenti in grado di soddisfare questi bisogni e calarsi perfettamente nell’area di riferimento.
Questo “intervallo” forzato ci ha ora costretti ad abbandonare gli stadi e i luoghi di aggregazione, ponendoci diversi interrogativi: come possiamo ripensare il futuro delle infrastrutture e i servizi di domani?
Intelligenza e umanità: queste le parole chiave da cui ripartire, sottolineate dallo stesso Abodi, pilastri su cui progettare impianti che interpretino le nuove esigenze e i nuovi bisogni recuperando la dimensione “locale” del territorio e abbracciando le nuove tecnologie. Tra le soluzioni di domani, la progettazione e la creazione di aree (intese come l’insieme delle strutture e dell’ambiente circostante da valorizzare), che siano in primis luoghi di aggregazione sicuri, sostenibili e connessi, aree di distribuzione di contenuti che facilitino una nuova “socializzazione digitale” all’interno dell’arena.
L’Istituto di cui Abodi è Presidente, che tanto ha contribuito a finanziare e far nascere progetti innovativi e ambiziosi in ambito sportivo, sarà sicuramente un player cruciale per costruire il futuro, non solo per supportare la ripresa e la crescita della dimensione sportiva ma anche e soprattutto per apportare un concreto beneficio alla vita delle persone a tutto tondo, al fine di garantire il benessere dell’intera comunità di riferimento.
In un contesto caratterizzato da una profonda incertezza, la sfida di oggi risulta chiara: cogliere questo stop forzato e la complessità che ci ha colpiti come occasione per arricchirsi di idee e soluzioni volte al domani, reinterpretando e costruendo attivamente “la nuova normalità” che abiteremo in modo tale da avvicinare il futuro. D’altronde “le crisi peggiori sono quelle che si sprecano”, come detto da Winston Churchill e sottolineato da Abodi.
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