L’immagine dello sportivo è radicalmente mutata negli ultimi anni, ancor più rapidamente di quanto possa essere cambiata nel corso dei decenni precedenti. Il giro d’affari intorno alla Sport Industry è letteralmente esploso, portando a enormi ricavi in epoca pre-pandemia (ma in buona parte anche ora), grazie a una sensibile differenziazione dei ricavi, anche cambiando le piattaforme e le abitudini del fan dentro e fuori la venue. Poi c’è stato il forte supporto della tecnologia e dei social, che hanno portato al fenomeno dell’influencer marketing e lo sportivo è diventato un brand ambassador 24 ore su 24.
L’unico elemento che, volente o nolente, ha mantenuto lo status quo è legato a tutte queste dinamiche ed è il guadagno. E questo nonostante la crisi abbia portato i club a chiedere agli atleti di rinunciare o decurtare i loro stipendi. Sono molte le classifiche che mettono in fila gli atleti più pagati al mondo e i loro conti in banca, ma quella di riferimento è certamente quella di Forbes. “The World’s 10 highest-paid athletes” rappresenta il meglio dello sport mondiale e, di conseguenza, i 10 atleti che hanno ottenuto più guadagni nonostante la crisi che questa industry sta vivendo dall’inizio dello scorso anno.
I 10 atleti che hanno guadagnato di più in questo 2021…
Anno dopo anno questa TOP 10 ha visto un susseguirsi di atleti di primissimo livello che si sono alternati, con la costante di guadagni impressionanti sia dentro che fuori dal loro luogo di lavoro. Quest’anno il leader incontrastato è Conor McGregor, forse l’atleta più conosciuto quando si parla di MMA (Mixed Martial Arts), che conquista la vetta grazie ai suoi 180 milioni di dollari, guadagnati soprattutto al di fuori del “ring ottagonale”. Sì perché questa cifra è largamente frutto della vendita, da parte di McGregor, di un’azienda di liquori di sua proprietà. Se guardiamo all’ultimo decennio questa tendenza è un unicum, visto che in media gli introiti degli atleti più ricchi si sbilanciano verso i guadagni più legati “al campo” rispetto a quelli derivanti da attività esterne al loro core business.
Notiamo anche come la crisi pandemica sembri non aver toccato in maniera sensibile i ricavi dei 10 protagonisti di questa classifica, visto che la somma dei loro guadagni supera il miliardo di dollari, fatto accaduto prima solamente nel 2018.
Scorrendo il ranking purtroppo notiamo subito come ci sia una mancanza di donne, sintomo di come ci sia un gender gap ancora lontano dal colmarsi, tanto dal punto di vista delle retribuzioni quanto da quello del valore delle partnership siglate da un’atleta donna. La tennista giapponese 23enne Naomi Osaka – già vincitrice di 4 titoli dello Slam e protagonista in queste settimane di una querelle con gli organizzatori del Roland Garros con il fine di evidenziare la mancanza di un focus del mondo dello sport sulla salute mentale degli atleti – nonostante sia per il secondo anno consecutivo la sportiva più pagata al mondo (e la più pagata di sempre), non riesce a entrare in classifica con i suoi 55.2 milioni di dollari guadagnati.
Per quanto riguarda la rappresentanza delle discipline, ci si trova di fronte a una copertura di sport piuttosto varia oltre al già citato McGregor: 3 calciatori di fama mondiale, 2 quarterback NFL, 2 stelle NBA, 1 pilota pluricampione del mondo di Formula 1 e probabilmente il più grande tennista di tutti i tempi.
Ma in un mondo sempre più digitalizzato come quello dello sport, quanto vanno di pari passo questi numeri con le performance social?
… e chi di loro ha ottenuto le migliori performance social
Quando si parla di social, ovviamente il re incontestato e irraggiungibile è Cristiano Ronaldo, la prima persona al mondo ad aver superato i 500 milioni di follower tra Facebook, Instagram e Twitter lo scorso febbraio. In questo nostro ranking – in cui facciamo focus sul valore aggregato tra Twitter e Instagram – il risultato è comunque eccezionale, con quasi 390 milioni di persone che seguono i tweet e le stories di CR7. Sul podio insieme a lui altri 2 fenomeni del calcio mondiale: il suo eterno rivale Lionel Messi e la stella brasiliana Neymar. Questo podio totalmente calciofilo rappresenta a pieno la centralità che questo sport continua a mantenere a livello mondiale, risultando anno dopo anno stabilmente il primo sport per praticanti e appassionati. Ma questi 3 sportivi sono anche personaggi pubblici che prestano la loro immagine a diversi brand internazionali – Nike, Adidas e Puma solo per citare i loro sponsor tecnici – e come tali sono tanto dei testimonial, quanto degli influencer.
Quando 3 atleti hanno un seguito che potrebbe fare un continente a sé, certamente il potere di quella persona di influenzarne milioni di altre è forte, e questo i brand lo sanno. Questo è uno dei motivi per cui i contratti di sponsorizzazione, oltre agli stipendi, sono in costante aumento nell’ultimo decennio (nonostante la crisi economica del 2008 e quella pandemica ancora in corso). Un’altra tipologia di atleta che riesce a ottenere un seguito nutrito e consapevole è quella dello sportivo socialmente attivo e, in alcuni casi, anche politicamente schierato. Questa descrizione ci porta direttamente negli USA dove soprattutto i giocatori NBA, una lega a maggioranza composta da giocatori afroamericani, vede in alcune sue stelle dei punti di riferimento anche al di fuori del parquet. E ai Kevin Durant e LeBron James possiamo aggiungere anche Lewis Hamilton, il pilota che più di ogni altro si è battuto per la causa Black Lives Matter, portandola sino alla griglia di partenza della Formula 1 e sulla livrea della sua Mercedes.
KEY TAKEAWAYS
Il rapporto tra l’atleta, la sua presenza digitale e i suoi guadagni sono sempre più in interrelazione, visto che possono influenzarsi positivamente o negativamente tra loro.
Saper utilizzare i canali social – o avere qualcuno che possa farlo a livello professionale – può portare a opportunità importanti per gli atleti a qualsiasi livello. Al contrario, un utilizzo incauto dei social può ledere l’immagine pubblica dell’atleta, riducendo il proprio potenziale da testimonial.
È un circolo virtuoso: buone performance social possono portare a occasioni di espansione del proprio pacchetto di sponsorship e viceversa. Ovviamente le performance che si ottengono sul campo, e i conseguenti aumenti di stipendio e i nuovi contratti di sponsorizzazioni, rappresentano e continueranno a rappresentare la parte maggiore delle entrate degli sportivi.
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