Raffaella Masciadri. Dalla Nazionale alla Commissione Atleti del Coni: una vita dedicata allo sport

Raffaella Masciadri

Nominata Giocatrice del decennio 2000-2010” è stata capitana della Nazionale Senior di Pallacanestro con cui ha collezionato ben 203 presenze e più di 1700 punti.

Basterebbe questo a definire il gigante del basket che intervistiamo questa settimana, ma Raffaella Masciadri è molto di più, oltre lo sport in campo, con una vita che continua a essere dedicata non solo al basket ma a tutto lo sport italiano e internazionale. Lo sport femminile ha avuto in Mascia una testimonial importante e determinante per la crescita del movimento femminile della Pallacanestro in Italia. Raffaella è stata una stella del basket di casa nostra e ha portato lustro e onore oltre i confini fino ad approdare nella FIBA World Players Association (Associazione mondiale giocatori/trici di pallacanestro) di cui è presidente Dirk Nowitzki. Con lei condivido il progetto sportivedigitali.it dedicato all’empowerment alla formazione e alla dual career delle giovani atlete di tutte le discipline.Sei un pezzo della storia della pallacanestro italiana. Hai attraversato una lunga carriera di trasformazioni in campo e fuori dal campo. Come hai vissuto il cambiamento dello sport attraverso l’evoluzione tecnologica?

“Chiaramente l’evoluzione tecnologica ha portato enormi miglioramenti nella vita in generale e nello sport in particolare. Se vogliamo fare un esempio su tutti adesso tutti i video delle partite e delle singole giocatrici relativamente alle statistiche e a tutto ciò che succede in campo, è davvero di uso immediato per tutti quanti e credo che, soprattutto per le giovani generazioni, questo sia un privilegio perché comunque possono vedere i loro idoli all’azione praticamente quasi subito e soprattutto serve loro da insegnamento per provare a emularli. Mi ricordo quando ero piccola facevo fatica a reperire le videocassette di Michael Jordan e dovevo aspettare magari mesi prima che arrivassero. Adesso le giovani generazioni hanno tutto subito disponibile e ciò è molto bello perché, se si vuole prendere spunto magari dai campionati europei e internazionali, si ha il materiale subito a disposizione. Questo serve anche da stimolo oltre che nel curiosare ma per cercare di carpire i segreti dei campioni anche magari quelli un po’ irraggiungibili. La tecnologia poi ha consentito la maggiore diffusione del basket femminile, nel mio caso, ma anche di tutti gli sport minori che attraverso i social media hanno avuto l’opportunità di essere amplificati. Ci sono ancora tante cose da da fare per diffondere tutte le discipline al pari delle maggiori, però è chiaro che l’evoluzione tecnologica, ancora di più in quest’ultimo anno di pandemia, sta rendendo tutto molto più fruibile e quindi diffondendo soprattutto le storie di quegli sport che magari fino a poco tempo fa erano veramente poco conosciuti.”

Da atleta hai girato praticamente il mondo. Com’è la percezione dello sport all’estero in particolare dello sport al femminile?

“In realtà piccole come l’Ungheria dove il calcio non è ai nostri livelli lì allora gli sport femminili, come la pallacanestro femminile, sono molto diffusi soprattutto c’è tantissimo seguito così anche in America dove troviamo un maggiore equilibrio tra gli sport maschili e gli sport femminili. Nazioni come la Spagna e la Francia negli ultimi anni hanno fatto degli enormi passi avanti rispetto per esempio al professionismo femminile. Nello sport quindi in generale c’è una considerazione sempre maggiore del settore femminile ma soprattutto c’è la consapevolezza che le donne possono fare sport e che non c’è nessuna limitazione di genere. L’America è chiaro che rappresenta il massimo esempio dell’evoluzione. Basti pensare che l’anno scorso è stato riscritto il contratto collettivo della WNBA appunto per le giocatrici di pallacanestro: è stato aumentato dell’80% lo stipendio delle ragazze e pur se non sono ancora al livello di quelli degli uomini è stato fatto un enorme cambiamento. Poi sono stati riconosciuti altri diritti che rappresentano “diritti naturali” per le donne come il diritto alla maternità, il diritto alla baby-sitter perché c’è la possibilità di portare i figli in trasferta e quindi di avere una baby-sitter e un’ulteriore stanza a disposizione. Già negli ultimi anni è avvenuto anche tanto in Italia con il fondo maternità che abbiamo istituito con la commissione del CONI e con il Governo nel 2018: si offre un sostegno economico a quelle atlete che decidono di diventare mamma. Nei prossimi anni entrerà in gioco anche il professionismo femminile. Auspico che ci siano notevoli modifiche e che rispecchino quelle che sono le esigenze e le necessità sia delle singole società, delle Federazioni e delle Leghe: si tratta di un cambiamento che riguarda tutto il mondo dello sport italiano e bisogna farlo con dei passi molto molto cauti.”

Quel mercoledì 21 novembre 2018 io ero lì con te. Avevamo passato il giorno prima sedute su quel divano nella hall dell’albergo a scrivere quella che è diventata una lettera unica, piena di sentimento per la maglia che stavi per lasciare: la tua maglia azzurra. Ricordi e responsabilità …e quanto ti manca.

“La maglia azzurra avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, non me ne vogliano i club. La maglia azzurra è come avere una seconda pelle stampata addosso. Si ha il privilegio di rappresentare il proprio paese in giro per il mondo e di farlo attraverso lo sport. È comunque un onore grandissimo e una responsabilità perché comunque rappresenti il tuo paese e sei un esempio. Chi indossa la maglia azzurra deve mantenere integri tutti quei valori che contraddistinguono un credo che va oltre tutte le ideologie ed è solo riferito al profondo senso di appartenenza alla propria nazionalità, alla propria terra. Mi manca relativamente perchè ho una fortuna di essere team manager della nazionale Senior quindi, in ogni caso, la maglia azzurra, seppur con un altro abito addosso, in panchina la vesto lo stesso e spero di rimanere a lavorare sempre al fianco della Nazionale maggiore perché credo che l’emozione più grande, forse quella che eventualmente mi mancherebbe di più, sarebbe quella di ascoltare l’Inno d’Italia in campo prima di una partita importante perché lì sì che allora ti senti parte di una nazione intera e rappresenti la tua gente, tutte quelle ragazze e ragazzi e tutte le persone del movimento cestistico che non hanno avuto l’opportunità di essere lì con me in quell’angolo di mondo, oppure di svolgere il meraviglioso lavoro che sto facendo e che io vivo come un vero e proprio privilegio.”

Raffaella Masciadri

Nonostante la tua vita da campo, impegnata sia con il club (con il Famila Basket Schio conquistando 10 scudetti in 15 anni e rivestendo il ruolo di capitana per 9 anni) sia con la Nazionale, hai trovato il modo di perseguire un cammino alternativo, parallelo. Dopo la laurea in Scienze Giuridiche hai conseguito il Master in “Leadership and Management” presso la Northumbria Business University di Newcastle. Sei un esempio di dual career cosa diresti alle atlete per prepararsi al futuro?

“È un aspetto molto importante questo da comprendere e soprattutto da perseguire perché portare avanti una doppia carriera chiaramente non è semplice però è essenziale per il proprio futuro: l’attività sportiva di un individuo, purtroppo, arrivati a un certo punto termina e bisogna essere preparati a questa fine, bisogna arrivare a fare una scelta molto prima e prendere determinate strade, consapevoli di quello che ci aspetta. Prepararsi dal punto di vista formativo ed educativo in anticipo, è essenziale. Il mio consiglio è quello di rimanere sempre aggiornate nello studio, orientarsi nel lavoro e cercare anche di coltivare una passione, un talento al fianco del talento sportivo. Non è semplice oggi entrare nel mondo del lavoro ma i valori che gli atleti e le atlete apprendono dallo sport insegnano loro ad avere un approccio diverso, dettato dalla grande volontà di raggiungere degli obiettivi ma è necessario anche avere quella competenza a livello formativo.”

“Portate avanti studio e sport perché si può fare e ci sono tante realtà universitarie, sportive, associazionistiche che aiutano e sostengono la doppia carriera.”

Prima di cessare l’attività di atleta professionista sei scesa in prima linea e hai deciso di dedicarti e prenderti cura delle giocatrici di basket e dei loro diritti, entrando a far parte del consiglio direttivo della GIBA (Associazione italiana giocatori di basket) e nella Commissione Atleti del CONI di cui sei stata il Presidente per il quadriennio passato, con una recente conferma per il tuo secondo mandato nella Commissione che è stata eletta questo mese. Come vivi il tuo ruolo nella Commissione Atleti e quali conquiste per lo sport al femminile hai contribuito a concretizzare?

“Il ruolo di membro della commissione atleti del CONI mi piace moltissimo perché comunque mi permette di rimanere a contatto con tutti gli atleti e soprattutto di valorizzare la loro attività e di creare progetti che possano aiutarli sia nella loro carriera sportiva che nella vita privata o nella loro vita formativa, educativa e lavorativa. Dopo aver vissuto per anni la vita da atleta adesso avere la possibilità di aiutare gli atleti mi pone in una condizione di vantaggio perché conosco bene le loro esigenze. Sono tantissime le conquiste che abbiamo fatto per lo sport al femminile come dicevo prima la più grande nel 2017 con il Fondo Maternità di cui ho già parlato. Un’altra conquista è stata quella di mettere a disposizione degli atleti alcune borse di studio dove soprattutto le donne sono risultate quelle che hanno aderito maggiormente. Poi c’è il premio Myllennium Awards dove con la sezione MySPORT sostenuta dalla Commissione Atleti del Coni. Il bando per partecipare nuovamente scade a maggio: le atlete della generazione millennials vengono sfidate nel creare e presentare dei progetti, ricerche, soluzioni al di fuori del campo da gioco e naturalmente a tema sport. Nella pagina della Commissione atleti del CONI è possibile poi trovare tutte le iniziative che abbiamo svolto nel precedente quadriennio e che abbiamo intenzione di attivare nei 4 anni che verranno.”

Palmarès

23 STAGIONI GIOCATE IN SERIE A1, PIÙ DI 635 PRESENZE (PRIMA IN ASSOLUTO)

15 SCUDETTI (1998, 1999, 2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2011, 2013, 2014, 2015, 2016, 2018, 2019)

10 COPPA ITALIA (2002, 2005, 2010, 2011, 2013, 2014, 2015, 2017, 2018, 2019)

15 SUPERCOPPA ITALIANA (1998, 2000, 2001, 2004, 2005, 2006, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019)

1 FIBA EUROCUP WOMEN (2008)

2 FINAL EIGHT FIBA EUROLEAGUE (2012 Istanbul e 2013 Yekaterinburg)

3 CAMPIONATI AMERICANI WNBA con la squadra delle SPARKS, LOS ANGELES (2004, 2005, 2008)

203 PRESENZE IN NAZIONALE SENIOR

1702 PUNTI IN NAZIONALE

5 CAMPIONATI EUROPEI (2017 Repubblica Ceca, 2015 in Romania, 2013 in Francia, 2009 in Lettonia e 2007 in Italia)

1 MEDAGLIA D’ARGENTO ALLE UNIVERSIADI (2003 Daegu, Korea)

1 MEDAGLIA D’ORO e 1 D’ARGENTO AI GIOCHI DEL MEDITERRANEO (2009 Pescara, 2001 Tunisi)

Trofei Individuali

Trofeo “MIGLIOR GIOVANE” del Campionato di serie A1 anno 2000

2 Trofei di “MVP” (MOST VALUABLE PLAYER) ovvero Migliore Giocatrice della SUPERCOPPA del 2005 e del 1999

Trofeo “MVP” dei PLAYOFF SCUDETTO della stagione 2005/2006

Trofeo “MVP” MIGLIOR GIOCATRICE ITALIANA dell’intero CAMPIONATO DI SERIE A1 della stagione 2005/2006

Trofeo “MVP’ dell’ALL STAR GAME nel 2012

PREMIO “REVERBERI” quale MIGLIOR CESTISTA DONNA nella stagione 2004/2005

MEDAGLIA D’ORO e BORSA DI STUDIO “PREMIO ROMANZI” ricevuto dall’Università di Genova nel marzo del 2004 per “Meriti Sportivi ed Universitari”

1 TITOLO di MIGLIOR REALIZZATRICE ITALIANA del CAMPIONATO DI SERIE A1 nella stagione 2004/2005

10 MEDAGLIE DI BRONZO conferite dal CONI per meriti sportivi.

Stella d’oro dirigenti, conferita dal Coni nel settembre 2017, in quanto nominata Presidente della Commissione Atleti (quadriennio 2017-2021).

Premio “La Retina d’Oro”, ricevuto nel settembre 2017, per i meriti sportivi.

Premio speciale “Antonio Concato”, come Eccellenza e Ambasciatrice della pallacanestro italiana nel mondo, ricevuto dalla Lega Basket Femminile il 6 ottobre 2018.

Mixed Zone è una rubrica di interviste in cui si raccontano storie di uomini e donne dello sport. Le foto inserite nell’articolo fanno parte dell’archivio di Raffaella Masciadri. La foto di copertina, uno scatto di Giulio Ciamillo, fa parte dell’archivio Italbasket. Qualora vogliate segnalarci qualsiasi integrazione la mail di riferimento è pr@iquii.com.

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Leggi anche “Mixed Zone: Marta Carissimi”

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