Il mio ultimo viaggio in Cina mi ha restituito una visione di uno strumento che, fino ad oggi, avevo la percezione fosse qualcosa un po’ più evoluta di WhatsApp. Invece vi assicuro che non è assolutamente così. WeChat è diventata una super app. Dalla sua nascita, nel gennaio del 2011, Weixin, l’altro nome dell’applicazione globale con oltre un miliardo di utenti, ha incluso in sé una serie di servizi, opzioni e altre applicazioni che hanno indotto l’utilizzatore a restare sempre nell’ecosistema digitale di WeChat senza mai sentire la necessità di uscirne.
Partiamo da un presupposto essenziale: per usufruire di tutte le sue opzioni tipo acquisti in app, invio e ricezione denaro, pagamenti elettronici sia via web che nei negozi, è necessario avere due cose: un numero di telefono di una compagnia telefonica cinese e un conto bancario cinese. Questo vuol dire che noi occidentali siamo esclusi dalle transazioni, pur potendo registrare un profilo nella piattaforma. Ma questo esempio di applicazione evoluta è stato studiato e analizzato da anni da Mark Zuckerberg che oggi sta disegnando la sua WhatsApp sul modello del prodotto della Tencent.
IL MODELLO CINESE
In tutte le città cinesi che ho visitato, in ogni esercizio commerciale, ho sempre trovato il logo WeChat. Così come l’ho trovato sulle bici a noleggio o come ho verificato con la mia esperienza diretta che per poter chiamare anche solo un taxi era necessario farlo tramite WeChat.
Ma come funziona e a quale modello Zuckerberg si vuole avvicinare?
In poche parole WeChat integra in sé una serie di azioni e opzioni che noi, oggi, svolgiamo attraverso più applicazioni: immaginate una piattaforma nella quale siano integrati Facebook, WhatsApp, Instagram combinati con PayPal e Uber (se torniamo al discorso del taxi ad esempio) oppure ancora Spotify, YouTube o Amazon.
Ma quello che ha cambiato radicalmente l’utente e la sua dipendenza da tale piattaforma è la presenza del Wallet (come il portafoglio di Apple). Collegando una carta di credito necessariamente legata al conto bancario, gli utenti possono pagare quasi tutto: biglietti per il cinema, biglietti per la metropolitana e l’autobus, acquisti negli store, acquisti online e pagare la bolletta dell’elettricità. C’è una funzione di “pagamento rapido” che consente agli utenti di scansionare un QR code per pagare direttamente dall’app, servizi più disparati come appunto il noleggio delle bici. E se ti trovi a Pechino o in qualsiasi altra metropoli cinese ed hai bisogno di un taxi, appunto, devi usare WeChat che è collegata a DiDi, l’app simile all’Uber occidentale: una delle tante app inglobate nel sistema.
Le aziende, anche all’esterno della Cina, attraverso la creazione di un account ufficiale possono utilizzare l’app per marketing, merchandising e customer services. AirBnb, Starbucks, Chanel e Huawei sono tra i marchi già presenti su WeChat, senza considerare che anche testate editoriali come il Corriere della Sera, Affari Italiani e anche Radio 105 hanno attivato un profilo WeChat già da lungo tempo.
CURIOSITÀ. COSA NON SI PUO’ FARE CON WECHAT IN CINA
Parlare liberamente. I post politicamente sensibili vengono regolarmente rimossi dal servizio, e l’app è diventata una parte fondamentale del regime di censura della Cina a causa della sua enorme mole di utenti e della grande diffusione capillare. WeChat manca anche della cosiddetta crittografia end-to-end e non a caso, durante gli ultimi e recenti scontri di Hong Kong, i manifestanti si sono guardati bene dall’usare WeChat, nonostante la Tencent abbia negato di tenere i registri di chat ed utenti. A dir tutta la verità nemmeno Telegram è riuscito ad essere un luogo di conversazioni protette, quindi le migliaia di persone hanno trovato un sistema alternativo: Bridgefy che consente di connettersi quando si è a meno di 50 metri di distanza, senza passare dalla rete.QUALE VISION PER LO SPORT MARKETING?
WeChat, in Cina, è già integrato con lo sport. Basti pensare a Sporty, un’app integrata nel sistema, che consente agli utenti di vedere tanti sport in streaming, in parte free e in parte con abbonamento. E in Italia cosa succede sul fronte WeChat? Non dimentichiamo la matrice cinese dell’Inter: nell’header della home page del sito, in mezzo alle 12 icone dei social, campeggia quella di WeChat. E se volete qualche altra info anche Chiellini ha aperto nel 2014 uno spazio su WeChat dove interagire con i fan. Questo sta a significare che la strada è già delineata per poter disegnare lo stesso percorso sull’evoluzione di WhatsApp alla quale Zuckerberg sta lavorando da tempo.
Già, perché il nostro WeChat sarà sicuramente la super versione evoluta di WhatsApp, che consentirà alle società sportive di utilizzare la piattaforma non solo per interagire con i tifosi ma anche e soprattutto creare un legame che induca il fan all’acquisto in app di tutti quei servizi legati alla squadra e al loro sport preferito.
COME FUNZIONERÀ IL NUOVO WHATSAPP PER LO SPORT?
Come in WeChat, sarà prevista un’area business riservata alle aziende dove la società sportiva potrà registrarsi, attivare il proprio spazio (quasi sicuramente con una fee di abbonamento) con i collegati sistemi di pagamento e proporre ticketing, merchandising e tutti quei servizi che fanno parte della gestione ordinaria e straordinaria di un campionato.
Gli utenti collegheranno al proprio account un Wallet, un portafoglio, dove avranno registrato le proprie carte di credito, sulla falsa riga dell’Apple pay per iOs, e potranno gestire tutte le interazioni economiche con la propria squadra.
Zuckerberg metterà insieme tutte le sue creature: Facebook, Instagram e anche Workplace visto che anche WeChat ha creato una versione WeChat Work che ha le funzioni di un CRM. Quest’ultimo consente anche di gestire l’orario dei dipendenti registrati nonché la comunicazione interna dell’azienda e 100 giga di spazio free di archiviazione per utente più 1000 minuti di conversazione fatturati all’azienda che gestisce lo spazio Work.
COSA SI POTRÀ FARE CON IL WHATSAPP COSTRUITO SUL MODELLO CINESE DI WECHAT?
Inviare alla propria community di tifosi messaggi di testo, messaggi vocali, stickers (pensate agli stickers personalizzati della squadra) e dedicare uno spazio per le audio e videochiamate che metteranno in contatto la fanbase con il team;
condividere foto con la community con uno strumento che sarà molto simile ad Instagram ma integrato nel sistema;
mettersi in contatto con le persone che sono nelle vicinanze attraverso una funzione già presente in WeChat e che sicuramente verrà utilizzata nel nuovo super sistema. Immaginate di poter usare questa funzione nelle venue sportive, nei palazzetti, negli stadi e commentare un evento;
leggere articoli di testate, quotidiani, blogger sportivi, senza uscire dal sistema;
usare un motore di ricerca interno che consentirà di trovare tutti i contenuti che parlano di un dato argomento. Sicuramente sarà presente una search per TAG e questo renderà facile la ricerca di contenuti legati al proprio brand sportivo;
inviare e ricevere denaro attraverso la piattaforma. Se l’utente ha acquistato i biglietti per la partita anche per i suoi amici, in un attimo e senza commissioni, sarà possibile distribuire la spesa attraverso questo sistema che, per chi lo utilizza, somiglierà a quello usato da Revolut;
pagare negli store del merchandising della squadra attraverso il Wallet;
fare acquisti online legati a tutti gli eventi organizzati dal brand sportivo, dal ticketing agli abbonamenti stagionali;
avere accesso alle app di terze parti: se vi trovate al Palazzetto e desiderate chiamare un taxi, vi basterà avviare la conversazione con WeChat all’interno dell’app utilizzata nel sistema che potrà essere Uber stessa ad esempio.
Non ci sarà molto da attendere. Sarà singolare vedere come le società sportive saranno in grado di padroneggiare con questi super strumenti che potrebbero consentire loro un’evoluzione strategica interessante. Alla fine nessuno inventa ciò che non esiste: c’è sempre un esempio da seguire, chi ha percorso la strada prima di te ed ha messo insieme pezzi che, oggi, sono letteralmente il futuro del modo di comunicare del pianeta.
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