Siamo con Simone Tomassetti, Head of Sports Partnerships per il Sud Europa di Twitter. Oltre ad averci raccontato il suo percorso di carriera, che lo ha portato a lavorare in uno dei social media più importanti e popolati al mondo, Simone ci ha parlato del ruolo che assume Twitter oggigiorno e delle sue infinite possibilità, a supporto del brand, come strumento per informare, monetizzare i contenuti e sperimentare nuove soluzioni.
Ciao Simone, grazie per essere qui con noi oggi. Sport Thinking è il Brand Magazine di IQUII Sport, la Business Unit di IQUII nata per supportare gli stakeholder della Sport Industry nel percorso di crescita e trasformazione digitale. Tu sei un professionista del settore: qual è stato il tuo percorso di carriera?
“Grazie a voi per questa intervista, mi fa molto piacere rispondere alle vostre domande. Come spesso accade, sono arrivato nell’industria dei social media tramite un percorso inusuale. Sono laureato in Relazioni Internazionali ed ho iniziato il mio percorso professionale occupandomi di diritti dello spazio grazie ad uno stage presso l’ASI (l’Agenzia Spaziale Italiana). Mentre ero in ASI, nel 2008 si è aperta una posizione presso Infront Sports & Media, una multinazionale (ai tempi) svizzera che si occupa(va) di diritti sportivi.
Può sembrare strano, ma le basi del lavoro erano molto simili. In Infront mi sono occupato per 10 anni di diritti media e, quando si sono affacciati per la prima volta i grandi social, nella diffidenza generale ho chiesto di poter dedicare parte del mio lavoro a loro. Quando poi Twitter ha aperto la posizione che ricopro ora di Head of Sports Partnerships per il Sud Europa, sono riuscito a valorizzare sia l’esperienza nel mondo dei diritti media, sia quella con i social media.”
Attualmente ricopri il ruolo di Head of Sports Partnerships per il Sud Europa presso Twitter: ci racconti come si sviluppa il tuo lavoro, quali sono le principali attività in cui sei coinvolto e le responsabilità proprie del tuo ruolo?
“Questa posizione si è evoluta a seguito dell’entrata di Twitter nel mondo dei contenuti media. Fino a poco tempo fa era una posizione principalmente dedicata all’implementazione dei nuovi prodotti con i partner della piattaforma (cioè gli account più grandi e importanti). Ad esempio, se veniva rilasciato un formato nuovo si tenevano sessioni con i partner per far sì che lo utilizzassero correttamente.
Da quando Twitter ha lanciato i suoi prodotti di monetizzazione, alla parte di formazione sul prodotto si è aggiunta la parte di negoziazione dei contenuti, che è ormai la responsabilità principale del mio lavoro ed una delle ragioni per cui hanno assunto persone come me che venivano da quel mondo. In poche parole, il mio ruolo consiste nel “portare” i migliori contenuti media su Twitter, negoziandoli con i detentori dei diritti (ad esempio le televisioni o i club di calcio). Twitter oggi offre un doppio vantaggio ai suoi partner, da un lato infatti possono usare i contenuti per comunicare e dall’altro, monetizzare questi contenuti media in formati diversi per uno o più brand che li sponsorizzano. Ad esempio, gli highlights di Juventus – Napoli sono disponibili su Twitter grazie a Sky Sport e sponsorizzati da Adidas. Questa è la sintesi del mio e del lavoro dei miei colleghi.”
In passato ti sei occupato di Media Rights Acquisition presso Infront, mentre oggi operi per un social media che negli ultimi anni ha investito in servizi di streaming sportivo (collaborando oltreoceano con MLB ed NBA): come giudichi l’evoluzione in atto nel settore audiovisivo con l’ingresso delle piattaforme OTT?
“In questo settore una delle parole chiave è “segmentazione”. La segmentazione tecnologica, cioè la possibilità di vedere il contenuto su device e piattaforme differenti (tra cui le OTT), ha portato alla segmentazione dell’audience (gli utenti guardano lo stesso contenuto in maniera diversa) e infine a quella dei diritti.
Dieci anni fa i diritti digitali erano praticamente inesistenti, si vendeva tutto alle televisioni. Oggi gli stessi diritti sono segmentati, appunto, in tante offerte diverse, proprio per coprire esigenze di vendita e sfruttamento dei contenuti diversi. Segmentazione tecnologica – segmentazione dell’audience – segmentazione dei diritti. Si tratta di un processo che tenderà ancora verso una iper-personalizzazione dell’esperienza dei contenuti. Non solo vedere “quello” che ci piace “quando” ci piace, ma anche “come” ci piace. Ovviamente questo vale anche per la pubblicità, fino ad arrivare ad un messaggio pubblicitario iper-segmentato. Offrire “quello” che vuole il consumatore “quando” vuole il consumatore e “come” vuole consumatore. Da questo punto di vista i social media offrono delle possibilità enormi grazie alla profilazione degli interessi degli utenti.”
Club e comunicazione social. Quali sono, a tuo parere, le strategie vincenti per una corretta comunicazione su Twitter? C’è l’esempio virtuoso della Roma, con i suoi profili in diverse lingue e la trasmissione di alcuni match amichevoli del pre-campionato, ma quali possono essere ulteriori metodi per sfruttare al meglio le potenzialità di questo social media?
“Il mondo dei media sta cambiando velocemente ma ci sono fattori che non cambiano mai. Content is (still) the king.
I social media offrono delle opportunità importanti per i detentori dei diritti, l’AS Roma (ma non solo) ha unito la freschezza nel comunicare tipica dei social a degli ottimi contenuti. Credo sia la strada giusta. Il consiglio che mi sento di dare a tutti i nostri partner è quello di sperimentare. Twitter lancia spesso prodotti nuovi. Bisogna avere il “coraggio” di sperimentare tutto. Nel mondo della tecnologia il coraggio spesso viene premiato, e chi arriva per primo acquisisce una posizione di vantaggio e di visibilità.”
Proprio la AS Roma è stata il primo club italiano ad aver siglato una partnership con Twitter: perché un club dovrebbe decidere di investire proprio su questa piattaforma, piuttosto che su altri social, per potenziare il fan engagement online?
“I social non sono in competizione tra loro. Twitter, YouTube, Facebook, non sono canali televisivi, dove inevitabilmente uno toglie spazio all’altro. Se uno dei miei partner stesse solo su Twitter sinceramente mi chiederei il perché. Quello che invece è importante è utilizzare ogni social nel modo giusto. Ogni social è “perfetto”, ma solo per determinate finalità. Un video che funziona su YouTube non necessariamente funzionerà su Twitter e vice versa.
Twitter è la piattaforma del what’s happening, di quello che sta succedendo in questo momento. Gli utenti entrano su Twitter per scoprire le ultime notizie, per seguire un evento in diretta o per condividere le proprie idee con una community. Si tratta certamente di un suo punto di forza distintivo. Tre esempi sul perché investire su Twitter?
1. Le dirette pre-partita della Serie A. Gli utenti hanno grandi aspettative prima della partita e commentano le formazioni e le loro sensazioni;
2. Le dirette in TV dei reality show. Ogni puntata di Temptation Island è stata trending topic su Twitter. Le persone guardano lo show in TV ma lo commentano in diretta su Twitter! E’ lì che interagiscono, discutono, vivono il programma.
3. Essere aggiornati in tempo reale sull’attualità e sulle ultime notizie di tutto il mondo, che sia politica, sport, intrattenimento, economia e molto altro. Con Twitter si possono aggregare e si può seguire ora per ora l’evoluzione di ogni evento. Perché essere su Twitter allora? Perché quello che succede nel mondo è lì! E se non ci sei, sei, “semplicemente”, fuori dal mondo.”Ringraziamo Simone Tomassetti per il suo prezioso contributo. Continueremo a seguire con molto interesse le evoluzioni e le novità del mondo Twitter.
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